Sono quattromila posti in più dell’anno scorso. La ministra deve presentare la proposta al gruppo di programmazione dei corsi di laurea di Medicina. Gli atenei sono stati chiari: per aumentare i posti ci vogliono più fondi
Buone notizie per gli aspiranti camici bianchi che in questi giorni di canicola, dopo aver archiviato la Maturità, stanno affrontando la seconda sessione del test di Medicina. I posti disponibili quest’anno dovrebbero essere quasi 20 mila: 19.944 (17.942 posti di medicina in italiano e 2.002 in inglese). Un numero anche superiore alla richiesta giunta dalla Conferenza Stato-Regioni su parere del Ministero della Salute (18.133 posti). La ministra dell’Università Anna Maria Bernini ha rivisto al rialzo i numeri del fabbisogno di medici per il prossimo anno accademico su indicazione del gruppo di esperti per la programmazione che lei stessa ha istituito alcuni mesi fa e che è presieduto dall’ex rettore della Sapienza Eugenio Gaudio. Rispetto allo scorso anno (quando erano in tutto 15.876) si tratta di oltre 4 mila posti in più, il doppio rispetto a qualche anno fa (nel 2015 erano poco più di 9 mila). Martedì 18 luglio la ministra Bernini avanzerà la sua proposta al Gruppo di programmazione per i Corsi di laurea in Medicina e Chirurgia in italiano e in lingua inglese. Gli atenei già nei mesi scorsi sono stati chiari: per aumentare i posti ci vogliono più fondi per aule, laboratori e professori. Com’è noto infatti i corsi ad accesso programmato come Medicina se vogliono garantire la necessaria qualità di formazione devono rispondere a una serie di requisiti molto vincolanti sia per quanto riguarda gli spazi e le dotazioni materiali che nel rapporto numerico fra docenti e studenti. Bernini nei mesi scorsi ha promesso di mettere a disposizione delle università 23 milioni di euro in più «per potenziare le infrastrutture». Ma intanto per riuscire ad aumentare i posti già da settembre è stato necessario approvare un decreto ad hoc che ha innalzato la «numerosità massima» di studenti da 60 a 80.
Come funziona il test Tolc
Dalla primavera scorsa è entrato in vigore il nuovo test di Medicina previsto dalla riforma Messa. Pur rimanendo una prova nazionale, ha cambiato completamente pelle, non è più un concorsone ma un Tolc (acronimo per Test Online Cisia): le domande non sono più uguali per tutti ma vengono selezionate automaticamente e casualmente dal database Cisia. Anche lo schema è cambiato rispetto al passato: 50 quesiti invece di 60, da svolgere in 90 minuti anziché 100, divisi in 4 sezioni: comprensione del testo e conoscenze acquisite negli studi, biologia, chimica e fisica, matematica e ragionamento. Cambia anche il sistema di calcolo del punteggio, che tiene conto di un coefficiente di equalizzazione visto che le domande non sono uguali per tutti. Ma la novità più significativa per gli aspiranti medici è il fatto che da quest’anno la prova può essere ripetuta più volte, in modo che ciascuno studente possa entrare in graduatoria con il miglior punteggio ottenuto. La sessione estiva che si è aperta sabato 15 e si concluderà martedì 25 luglio viene appena tre mesi dopo quella primaverile (che si è svolta dal 13 al 22 aprile) . Una volta effettuato il test, ciascun candidato deve compilare online la domanda di inserimento in graduatoria attraverso la piattaforma Cineca: al momento di presentare la domanda deve verificare il punteggio proposto dal sistema come migliore e indicare in ordine di preferenza le sedi dove vorrebbe iscriversi. C’è tempo fino al 24 agosto. La graduatoria nazionale sarà pubblicata il 5 settembre. Da quest’anno la prova è aperta anche ai ragazzi di quarta superiore che quindi avranno a disposizione in tutto 4 tentativi prima dell’inizio dell’anno accademico 2024-25. Nella scorsa sessione primaverile il gruppo più consistente è stato quello degli studenti «ripetenti», che cioè al momento del test avevano già il diploma di Maturità in tasca o erano già iscritti a un altro corso universitario.
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