L’Italia dedica solo l’1,35% del PIL alla ricerca scientifica, quasi la metà della media europea, che è invece pari al 2,06%. Il nostro Paese non ha nemmeno centrato il proprio obiettivo nazionale di spesa dell’1,53% del PIL entro il 2020, propedeutico per il raggiungimento, nell’intera Unione, della soglia di spesa del 3%, fissata dalla Strategia Europa 2020 (Fonte: Openpolis, 2020).
Da quasi mezzo secolo i governi che si succedono sembrano dare per scontato, senza dirlo, che la ricerca scientifica, l’innovazione tecnologica e un’istruzione non servono. Ma, prima ancora dell’esiguità delle risorse, vi è il problema della degenerazione in senso antimeritocratico dell’università che sta compromettendo il futuro di intere generazioni.
L’Associazione vuole riformare il sistema riguardo il meccanismo di assegnazione dei fondi pubblici e le procedure di reclutamento nelle università.
Le nostre proposte urgenti per il mondo della Ricerca scientifica
Un Paese dove la ricerca si finanzia con i soldi che “avanzano” non va lontano. Se poi quel Paese è il più indebitato d’Europa ed è paralizzato da corporazioni e ideologie, oltre a non andare lontano rischia di restare paralizzato.
L’Associazione Luca Coscioni, questa paralisi, la vuole superare: ci proviamo con il contributo di chi, alla ricerca, dedica la propria opera, rivolge la propria passione, affinché la ricerca sia finanziata non in ragione di amicizie e parentele, ma attraverso sistemi meritocratici, che premino i migliori progetti.
Insieme ai medici, scienziati e ricercatori, l’Associazione Luca Coscioni ha studiato l’impatto della pandemia sin dall’inizio, confrontandosi anche con Parlamentari e membri di Governo su alcune misure potenzialmente utili. A più riprese, l’Associazione si è rivolta al Presidente del Consiglio e a membri del Governo e del Parlamento trasmettendo il risultato di quel lavoro.
In particolare, è stato rilevato che all’interno dei provvedimenti di compensazione e sostegno alle imprese e ai lavoratori colpiti dall’attuale grave crisi economica, a partire dal decreto “Rilancio” (19.05.2020, n.34) per arrivare a quelli più recenti come il decreto “Ristori” (dl. n. 137, 28.10.2020), il mondo della Ricerca, e particolarmente dei giovani precari e degli studenti di dottorato, è stato sostanzialmente escluso. Nel 2020, quindi, deciso di rivolgerci all’allora Ministro dell’Università e della Ricerca Gaetano Manfredi e a tutti gli onorevoli Parlamentari per segnalare alcune proposte a nostro parere urgenti.
Lo Stato della Ricerca in Italia
Il 20 febbraio 2019 durante un convegno al CNEL, l’Associazione Luca Coscioni ha presentato “Lo stato della ricerca in Italia: libertà e finanziamenti” preparato grazie al contributo di esperti, ricercatori e giuristi. Quel documento, poi ampliato e corredato di 32 raccomandazioni, è stato formalmente inviato alle Nazioni unite affinché possa contribuire al monitoraggio del rispetto dei diritti umani da parte dell’Italia in sede di Revisione Periodica Universale. La Revisione avrà luogo il giorno 04 novembre 2019 presso il Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni unite a Ginevra.
A partire dal 2019, ogni 20 febbraio – in concomitanza con l’anniversario della morte di Luca Coscioni – l’Associazione presenterà pubblicamente il suo rapporto sullo stato della ricerca, per denunciare le prospettive e problemi e motivare l’intera comunità scientifica italiana per far sì che il lavoro svolto negli ultimi anni possa diventare uno strumento di monitoraggio permanente e aperto al contributo di scienziati, ricercatori, esperti, malati, militanti dei diritti umani e, naturalmente, studenti, con lo scopo di promuovere e proteggere il “diritto della e alla scienza” nel nostro paese.